lunedì 23 settembre 2013

Hemlock Groove

Premessa
Una delle poche cose che mi ha catturato di questa serie televisiva è il suo essere fuori dall'ordinario comune. Forse perché prodotta da Eli Roth (regista, sceneggiatore e produttore del film Hostel del 2005), forse perché all'interno, tra attori giovani e sconosciuti, sono presenti attori più famosi del panorama dei serial di questi anni, che rendono questo mini seriale televisivo di 13 episodi dai tratti prevalentemente horror donandogli quelle venature drammatiche e tragiche che caratterizzano una cittadina immaginaria e avvolta nel più totale mistero di una famiglia. Tratto da un romanzo di Brian McGreevy.

La trama
La trama principale non ricalca quella classica tra dualismo di Lupi Mannari e Vampiri. Così come il "Drago" non è concepito nel concetto moderno in cui noi lo conosciamo. La prima cosa che mi ha colpito in questo serial è l'uso della parola upyr, conosciuta, forse, nel mondo occidentale seppur è di origine Russa. L'upyr non è altri che una creatura che si ciba della sua stessa madre (o famiglia) una volta divenuto adulto. Conosciuto sia come vampiro che come drago, è indubbiamente uno dei protagonisti/antagonisti di questo telefilm. Un'altra creatura appartenente al folklore europeo (e anche americano tramite leggende indiane e caraibiche) e che è presente nel nostro telefilm è il lupo mannaro (o licantropo). Egli fa la sua comparsa fin dall'inizio ed è uno dei protagonisti della vicenda oltre a ricoprire il ruolo di antagonista nella trama principale. Il primo episodio inizia con la morte di alcune ragazze della cittadina, sbranate violentemente da una bestia feroce e affamata e poco dopo la comparsa nella piccola città della famiglia Rumancek (Peter e la madre). Da qui si diramano delle sottotrama della storia. Dai segreti dei due fratelli Godfrey, in particolare quelli di Olivia, legati al suo passato misterioso, nonché moglie di J.R Godfrey e amante di Norman Godfrey, al legame che intercorre tra Shelley e suo fratello Roman. Al dualismo/antagonismo tra Roman e Peter, riguardo la cugina di Roman, Letha, fino alla comparsa di un ordine misterioso e plurisecolare, quali l'Ordine dei Cavalieri del Drago. La maggior parte di queste sottotrame giungeranno all'ultimo episodio, concludendosi per poi aprire quella che sarà una futura trama per una probabile seconda stagione, mentre la trama principale, quella sugli omicidi, si concluderà poco prima dell'ultimo episodio.

Il cast e la regia
Molti episodi sono stati diretti dallo stesso Eli Roth e la mano sul macabro e su molti dettagli si evince. Molte scene, forse, sono state appesantite e potevano anche evitate di montate, rendendo così alcuni episodi meno pesanti e più scorrevoli. Il cast, come ho detto sopra, presenta molti volti noti e ognuno che ha interpretato al meglio il proprio ruolo. Ricordiamo, tra i tanti, Kandyse McClure e Aaron Douglas, entrambi provenienti dall'esperienza di Battlestar Galactica (uno dei migliori reebot) e che hanno messo la loro esperienza in questo nuovo scenario. Un attore un po' meno incline ai serial, a decisamente dal volto più noto è Dougray Scott, che qui interpreta un psicologo, Norman Godfrey, alle prese dei suoi dissidi interni, nell'aver coscienza di aver tradito la moglie e di non sapersi imporre sulla cognata, nonché amante Famke Janssen, la Jean Grey del film X-Men, qui alle prese con un ruolo più enigmatico, misterioso e sanguinario. Infine è presente, come mentore di nuovi attori, Lili Taylor, nel ruolo di una saggia madre romena. A far da contorno a questi visi conosciuti vi sono visi più giovani, quali Landon Liboiron e Bill Skarsgard, che tengono testa ai loro colleghi più anziani.

Conclusioni
Il telefilm è di produzione della Netflix che, all'epoca, decise di farlo uscire in un unico giorno via web, sul suo sito (scelta al quanto discutibile a mio parere). ogni puntata dura dai 40 ai 60 minuti e il più delle volte alcune scene sono pesanti ed obsolete. In complesso, la scelta del cast, la problematica sul razzismo riguardo zingari in una comunità, le varie trame che si diramano, i dialoghi e il finale complessivo del serial, rendono piacevole questa prima stagione permettendomi così di dare un giudizio positivo. 

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