lunedì 24 giugno 2013

House on Hauntend Hill - La casa dei fantasmi (1959)

Premessa
In quanti di voi appena sentono parlare di "La Casa dei Fantasmi" pensano al film di Eddie Murphy del 2003. Non alzate le mani, che non vi posso vedere - battuta. Ebbene, per i cultori dell'Horror, di quello puro, quello che va dall'inizio del cinema fino alla fine degli anni '90, il titolo House on Haunted Hill dovrebbe appunto richiamarvi alla memoria una delle migliori perfomance di Vincent Price, costeggiato da attori del calibro di Elisha Cook e Alan Marshal. Tale film lo conobbi vedendo il remake del 1999, "Il mistero della casa sulla collina", un bel remake tra l'altro.

Trama
Il film inizia con un primo piano di Watson Pritchard (Elisha Cook) su sfondo nero che racconta, in breve, la storia della villa, di cui lui ne è proprietario, e degli efferati omicidi che vi sono all'interno delle sue mura nel corso di quei 2 secoli. [mettere foto] dall'espressione dell'attore e dalla sua voce, si evince l'angoscia che egli ha vissuto in prima persona riuscendo a sopravvivere l'ultima volta che vi ha soggiornato. Subito dopo la presentazione della villa, ecco che ne vediamo le fattezze della stessa per poi vedere in sovrimpressione il milionario Frederick Loren (Vincent Price) che racconta in breve del perché i protagonisti della vicenda si ritroveranno in quel luogo. In totale saranno sette persone, invitate alla festa di compleanno della bellissima moglie di Frederick Loren, Annabelle (Carol Ohmart). Il susseguirsi delle scene, dalla presentazione delle precedenti morti (da notare la descrizione dell'assassinio di una donna nel tinello del vino, colmo di acido e tutt'ora la vasca era colma di acido da corrodere il corpo fino alle ossa) fino al suicidio della signora Loren, portano ad un finale a sorpresa e agghiacciante.


La regia è di William Castle, famoso per Emergo e Percepto, due sue trovate (alquanto geniali, a mio parere)  che portavano le medesime sensazioni dei protagonisti allo spettatore della sala cinematografica. non a caso, il trucco Emergo (uno scheletro luccicante che sventolava sulle teste del pubblico in momenti di black out) fu usato in questo suo film. Castle è anche famoso per aver prodotto Rosemary's Baby, di Roman Polansky.


Vincent Price è famoso per le sue interpretazioni nei film di Corman agli inizi degli anni 60 (la maggior parte tratta da racconti e poesie di E. A. Poe) e nella parte dell'inventore/padre di Jhonny Deep in Edward mani di forbice. Elisha Cook, invece, è famoso, oltre per le sue parti drammatiche, anche per film come Il mistero del falco (con  Humphrey Bogart), Rapina a mano armata (di Stanley Kubrik), Il grande Gatsby (del 1949).



Il film è godibile e non stanca. le parti agghiaccianti non mancano e le descrizioni fatte da Cook degli efferati omicidi accaduti in passato nella villa fanno venire i brividi sulla pelle. Il film, ovviamente, è in B/N, ma da quel tocco di antico che non guasta, in particolar modo per gli arredi presenti nella villa. la trama, inoltre, non presenta vuoti nel finale, ovvero lo spettatore rimarrà soddisfatto per la soluzione e la risposta alle varie domande che nascono durante la visione. indi vi auguro una buona visione e a presto.

domenica 23 giugno 2013

The Black Cat - Muffin e le sue avventure

Premessa
Nella storia della letteratura, il gatto nero è stato fonte di ispirazione per molti scrittori e, in seguito, protagonista di molti film Horror/Thriller. Tra i molti ricordiamo il più famoso, The Black Cat di E. A . Poe per poi andare a S. King, medesimo titolo, racconto diverso. Dapprima osannati come delle divinità in Egitto, la dea gatto Bastet, fino a divenire perseguitati con le loro padrone credute streghe, il gatto nero non nutre di buona fama di questi tempi, in quanto si crede che se un gatto nero ti attraversa la strada una sfortuna può capitarti. Ovviamente è solo una credenza popolare nata, appunto, nei secoli della caccia alle streghe.

Chi è Muffin?
Muffin è un gatto nero, esiste realmente e abita, appunto, a casa dello scrittore di cui narra le sue avventure e i suoi dialoghi con suddetto gatto. Vispo e vivace come ogni gatto che si rispetti e schivo e diffidente come ogni randagio che è stato trovato in difficoltà, abbandonato a se stesso. Il libro, "Discorsi filosofici con il mio gatto domestico", scritto da Domenico Cosentino, classe 1982, e edito dalla Paladino Editore, è stampato interamente su carta riciclata. La lettura è scorrevole e non consta di molte pagine. Il libro può stare comodamente in tasca e può risultarsi un'ottimo compagno di viaggio in quanto si può leggere in poco tempo. Le breve avventure, che si diramano nell'arco del primo anno di vita, sono molteplici e vanno dalle conoscenze del gatto con i suoi nuovi padroni, in seguito genitori adottivi, passando alla complicità a Poker con l'autore, in cambio di una lauta ricompensa, alla gelosia che egli prova nel vedere i suoi genitori con i propri fidanzati o fidanzate. Il libro viene accompagnato dalle raffigurazioni di Marco Moscato.

L'autore
Domenico Cosentino nacque a Pomigliano d'Arco nel 1982. Ha già pubblicato altri libri (tra i quali Meglio per tutti dare la colpa a me e A Kind of Blues). Il colorito del suo linguaggio che accompagna distintamente i suoi libri - e anche la sua vita quotidiana - si possono ricondurre al suo mentore tedesco Bukowski. Altre notizie sull'autore e sui suoi libri li potete trovare sul suo Sito Web, nonché, sullo stesso sito, potete trovare delle poesie carine scritte dallo stesso Domenico, in arte Nico.


Buona Lettura e Buona Domenica!

domenica 16 giugno 2013

Domenica di puro terrore - Draghi e Vampiri

Premessa
Qualche settimana fa ho visto una serie televisiva prodotta da Eli Roth (ndr. regista di Hostel e di altri film Horror/Splatter) di nome Hemlock Grove (ancora inedita in italiano). Molto carina e la storia si sussegue molto bene, con un finale di stagione che, nonostante lasci un amaro in bocca, mi ha pienamente soddisfatto (e credetemi ce ne vuole). In ogni caso non voglio parlarvi di Hemlock Grove, ma di come il destino certe volte guida i nostri passi e le nostre scelte. Domenica scorsa ero andato alla Feltrinelli della mia città, per vedere se avevano un libro (I miti Nordici di Chiesa Isnardi) e il mio occhio era caduto anche su una raccolta di Leggende e Storie della mia Napoli. Preciso che il secondo lo devo ancora leggere a causa del primo che, insieme allo studio, sta prendendo il mio tempo. In ogni caso, una delle leggende che mi ha particolarmente colpito è "Draghi, Dragoni e vampiri napoletani". Di vampiri e delle creature mitologiche quali i draghi ne parleremo specificatamente in futuro. Ciò che mi ha colpito è che questa leggenda di questa raccolta - edita qualche mese prima che Hemlock Grove uscisse in rete - raccolga alcuni punti in comune con la serie sopracitata. Questi punti in comune sono:

- Draghi;
- Vampiri;
- L'ordine del Drago;

Andiamo per ordine.

L'ordine del Drago
L'ordine del Drago è un ordine che nasce agli inizi del '400 e fondato da figure illustre nell'Est Europa. Tra i fondatori figura anche il famoso Vlad II Dracul, padre del più ancora famoso Vlad III di Vallacchia, conosicuto come l'Impalatore o meglio ancora come Dracula nel romanzo di Bram Stoker. L'ordine nacque per fermare l'avanzata turca in occidente e, alcuni leader europei dell'epoca decisero di farne parte per combattere anche mori e altre etnie o religioni che erano viste come pericolo al cristianesimo. Il simbolo è quello di un Dragone la cui coda arriva fino sopra la schiena e viene fatta arrotolare intorno al collo.
Il dragone è anche il simbolo di una delle più potenti famiglie nobiliari dell'epoca, gli Aragonesi, che dominavano all'epoca gran parte del Mediterraneo. San Giorgio, la cui storia (o leggenda) vuole che abbia ammazzato un Drago e messo fine alle sventure di una popolazione, è il protettore di Aragona. Dallo stesso San Giorgio, nella lontana Ungheria, nascerà un ordine cavaleresco di nome, appunto, Ordine di San Giorgio da cui trarrà poi ispirazione l'Ordine del Drago. Ebbene è proprio questo Ordine che lega i Vampiri con i Draghi.

Draghi
Da quel che sembra il territorio campano è disseminato di testimonianze in cui questi esseri siano vissuti. Il santo Patrono di Sorrento è Sant'Antonino, di cui vi è una chiesa omonima nella medesima città, ovviamente, al cui interno vi sono custodite quelle che dovrebbero essere due costole di un Drago.

Nel territorio casertano esiste una cittadina sul lungomare denominata Mondragone (Monte del Dragone) dove abitava una famiglia dei Dragoni che aveva un castello sul Monte Petrino dove si rifugiarono durante le invasioni barbariche. 

Nel 1971, un incendio colpì una zona limitrofa dove, alcuni testimoni, raccontarono di aver visto un rettile lungo circa cinque metro, un corno lungo trenta centimetri sporgente dalla fronte e dalla cui bocca uscivano fiamme.
Come già citato sopra il Drago sovrasta anche i vari stemmi napoletani, tra cui quello degli Aragonesi.

Vampiri
Ebbene si! Vlad III l'Impalatore aveva una figlia. La leggenda vuole che egli donò la sua anima al diavolo per rivedere la moglie e la figlia, la prima morta per mano dei turchi, la seconda scomparsa (o rapita) dagli zingari. Sempre secondo la leggenda, la figlia, tramite un patto, fu portata a Napoli e protetta dalla corte di Re Alfonso di Aragona, cresciuta come sua figlia adottiva e, in seguito, sposa del suo nipote Giacomo Alfonso Ferrillo, conte di Muro Lucano e Signore di Acerenza.
Il nome della ragazza è Maria Balsa e una sua raffigurazione la troviamo nella cattedrale di Acerenza, dove fu sepolta insieme al suo segreto. Di lei non si sa quasi niente se non che era la figlia di un despota vissuto tra la Serbia e l'Ungheria (e l'unico in quell'epoca era appunto Vlad III). Tra le altre cose, nella cripta della famiglia Ferrillo - Balsa, vi troviamo il suo stemma: un Dragone con le ali di pipistrello (il drago era anche lo stemma di Vlad II Dracul, il cui cognome era Balsarad).

Nella cattedrale, inoltre troviamo molte altre raffigurazioni che possono richiamare lo stesso Vlad III o addirittura leggende a lui legato. Tra cui l'immagine del Demone Lilith, prima moglie di Adamo e generatrice di un vampiro, secondo la leggenda. La stessa Balsa viene raffigurata in un dipinto che sovrasta un Dragone e il fatto che fu adottata da Alfonso d'Aragona, il quale apparteneva a duna famiglia che faceva parte dell'Ordine del Drago, ordine di cui faceva parte lo stesso Vlad III, fa pensare che Maria Balsa sia appunto la figlia dispersa del conte Dracula.



Conclusioni
E' una storia che, a mio parere può essere approfondita e che può essere un bello spunto per uno scrittore. Gli ingredienti ci sono tutti: Mistero, Suspence, Storia,Guerre, Patti Segreti, ordini Cavallereschi. Io un pensierino lo sto facendo, non so voi. In ogni caso, il destino, ha voluto farmi conoscere questa leggenda napoletana che, in un certo modo, indirettamente, Eli Roth abbia preso spunto. In ogni caso la cattedrale di Acerenza è un luogo da visitare. Buona Domenica e alla prossima.

Fonti:
Immagini:
Ordine del Drago - Stemma dell'Ordine del Drago
Draghi - San Giorgio e il Drago - Dipinto del XIV secolo, San Zeno, Verona
Vampiri - particolari della Cripta Ferrillo - Balsa nella cattedrale di Aceranza.