sabato 18 maggio 2013

Four Rooms - Un fattorino sull'orlo di una crisi di nervi.


Correva l'anno 1995 e un giovane Tim Roth, fresco di due successi quali Pulp Fiction e Le Iene, entrambi successi del regista Quentin Tarantino, firma il contratto per quello che sarebbe stato un film ad episodio, con lui come protagonista, nonché legame dei suddetti episodi. L'episodio principale è quello che vede il giovane Ted, fattorino dell'Hotel Mon Signor di Hollywood, che viene istruito dal factotum precedente, in procinto ad andare in pensione, su cosa deve fare e non deve fare, su come prendere la mancia e come deve sempre sorridere.


La Prima Stanza - Strano Intruglio

Una delle raccomandazione è quella di non andare a letto con le clienti - detto in un modo più colorito dal fattorino precedente. Questo episodio si incentra su una congrega di streghe, guidate da una splendida Valeria Golino , che attraverso un rituale cerca di annullare un maleficio su quella che è la loro strega - guida: la Dea Diana. Tra il portare nelle stanza le varie valigie delle singole streghe - che arrivano a distanza l'una dall'altra. In un primo momento Ted fa il suo dovere da fattorino, portando le loro borse nella stanza da loro affittata. All'arrivo di Eva, il rituale ha inizio e, appunto questa strega giunta per ultima, sale sull'altare e avvisa alle altre che non è riuscita a reperire il suo ingrediente per il rituale: sperma di uomo. In  quel momento, Ted, che era tornato nella stanza a recapitare delle cose che Atena (Valeria Golino) gli aveva chiesto si ritrova invischiato nel rituale, trasgredendo ad una delle regole che gli avevano raccomandato di non rompere. Consumato il rapporto nella fontana dove avviene il rituale, le streghe possono completarlo e far ritornare la loro Dea in vita.

                                           

Episodio ben riuscito, a mio dire, diretto da Allison Anders e con una splendida Valeria Golino come controparte femminile.

La Seconda Stanza - L'Uomo Sbagliato.

Ted viene chiamato dalla stanza 409 per portare loro del ghiaccio. Ma i clienti sbagliano a dargli il numero della stanza e si ritrova dinanzi alla 404 dove una volta entrato nella stanza, si ritrova una pistola puntata in pieno volto, una donna legata alla sedia e imbavagliata (Jessica Beals). Tra le varie vicissitudini, Ted - che si ritrova coinvolto in una spirale di scambio di persona, in quanto il marito attendeva l'amante della moglie che, appunto, si chiama Ted - riesce a fuggire dalla stanza. La scenetta in cui vengono elencati i vari nomi in cui si può chiamare il pene è un qualcosa di allucinante.

                                        

In questo episodio, diretto da Rockwell, troviamo una splendida Beals nella parte della moglie accusata di tradimento e un splendido David Proval nella parte di Sigfrido, il marito geloso. Non è il migliore dei 4 sicuramente, ma l'irrealtà di alcune scene fa da preludio per l'episodio successivo.

La Terza Stanza - I Maleducati.

Cosa c'è di peggio per un fattorino badare da solo ad un itero Hotel? Semplice, fare da Baby Sitter a dei bambini viziati e annoiati oltre a badare all'intero Hotel, anche se per una cospicua mancia. Andato nella stanza per portare del champagne da loro ordinato, Ted, stavolta, viene convinto a badare ai figli di una cliente che vanno al party di capodanno. I ragazzi, alquanto irrequieti, portano Ted all'esasperazione per una sfortuna serie di eventi finali che porteranno al ritorno dei genitori dei bambini. Non mi metto a descrivere la scena, in quanto è sicuramente una delle più esilaranti del film, ma spero che l'immagine che ho postato parli chiaro.

Terzo Episodio diretto da Antonio Banderas, dove interpreta la parte del padre dei bambini. L'episodio si basa su un susseguirsi di eventi creati dagli stessi bambini e sull'equivocità del finale. Forse il più divertente dei 4 episodi.

La Quarta Stanza - L'uomo di Hollywood

Ultimo episodio del film, basato totalmente su una scena del film L'uomo del Sud di Hitchcock. Ted, oramai in procinto di licenziarsi, mentre al telefono con il suo capo Betty, suona il citofono dell'attico preso in affitto dal produttore Chester Rush. Una volta giunto all'attico e svolto il suo compito - dove rincontra Jessica Beals, viene convinto, sotto lauta ricompensa, a partecipare ad una scommessa come giudice. Il suo compito è quello di dover Tagliare il mignolo a Norman nel caso in cui non riesca ad accendere il suo accendino 10 volte di seguito. Il susseguirsi della scena finale e da come Ted si allontana dalla stanza si evince il crollo emotivo del personaggio, avendo passato una notte all'insegna trasgredire regole e nel trovarsi in situazioni spiacevoli.

Questo ultimo episodio, diretto da Quentin Tarantino, vede come protagonisti un Bruce Willis (non accreditato) e un Paul Calderon (non accreditato) oltre allo stesso Tarantino nella parte di Rush. L'episodio è molto surreale e dura poco meno di mezzora. Purtroppo nella copia che ho visionato, la parte in cui Tarantino ripete in continuazione la parola "fuck", è completamente in inglese, il che rende questo episodio, per chi non conosce la lingua "seccante" per alcuni tratti.


Conclusioni
Il film è decisamente ben riuscito, e l'episodio diretto a Tarantino mostra un regista all'apice della carriera. Mentre vediamo un susseguirsi di giovani attori (Tim Roth, Banderas, Golino, Beals) che hanno fatto la fortuna di registi e produttori tra il finire degli anni 80 e l'inizio degli anni 90. nel film vediamo anche una provetta Marisa Tomei (Oscar in Mio cugino Vincenzo) e un Bruce Willis, stavolta in un ruolo tranquillo. Consiglierei di guardarlo nel caso in cui una sera di queste siete annoiati e siete stufi dei soliti film.

sabato 11 maggio 2013

Narrativa italiana - I Fiori di Spagna

Antefatto
Correva l'estate del 2007 quando un paio di amici miei decisero di partire per la Spagna, alla volta di Valencia e di Benidorm, aggregandosi al gruppo di una scuola di ballo di cui facevano parte. Uno di questi miei amici, Michelangelo Di Maio, decise di scrivere un libro e di pubblicarlo. Cambiò i nomi dei ragazzi e delel ragazze che compaiono dentro e lo pubblicò nel 2008.

Il romanzo è tipico della narrativa italiana di quel periodo ed è strutturato in quattro parti, con l'apertura e la chiusura di due poesie - molto belle tra l'altro. La prima parte tratta di Valencia, città tranquilla all'insegna del turismo e delle passeggiate sul mare fino alla volta di partire per Benidorm. 
"Benidorm, caotica, rumorosa, apocalittica, sboccia all'orrizonte, come una rosa a primavera, con il bus che taglia in due la città come un frutto di stagione che ora dobbiamo gustare fino in fondo...ci siamo lasciati alle spalle la straordinaria Valencia per buttarci in questa città di sprechi e d'inutilità". E' così che inizia la seconda parte, riguardante Benidorm, che lascia presagire di cosa tratterà questo breve capitolo sulla città. sul loro arrivo e sulle loro storie. L'ultimo capitolo del libro, intitolato Occhi, si incentra sulla figura femminile di Sabrina, una ragazza che hanno incontrato a Valencia e che hanno deciso di ospitare a Benidorm. L'ultima parte, Guerra e Pace, tratta degli ultimi giorni a Benidorm, dedicati a a farsi scherzi tra di loro per poi infine ripartire per la volta dell'Italia.

Come avrete capito il libro non ebbe molto successo, tant'è vero che il mio amico non è che ci aveva fatto un grosso pensiero e a distanza di anni credevamo che non fosse più in circolo. L'altro giorno capitò che ne stavo parlando con una nostra amica, conosciuta da poco, ed è venuto fuori appunto questa storia e, per mostrarle il libro feci la ricerca su google - mi ricordavo che stava sul catalogo dell'ibs - e venne fuori che il libro è disponibile tramite acquisto online presso la Feltrinelli - oltre sul sito di Amazon.

Pubblicizzo questo libro sia perché il mio amico merita, sia perché fu quell'anno che rivide un suo caro amico - anche citato nel libro - e che in seguito ci ha fatto conoscere.




Un post scriptum sul Blog:
Seppur pochi ed è ancora presto parlarne, ho notato che i post sull'optoelettronica sono quelli più visti. La cosa mi fa piacere.

mercoledì 8 maggio 2013

Optoelettronica - Richiami dell'ottica Geometrica


Otttica geometrica
Un sistema formato lenti e specchi è detto sistema ottico. In tale sistema ottico (che può essere un mezzo omogeneo) si propaga la luce mediante raggi rettilinei (indi fenomeni diffrattivi trascurabili) e tra loro indipendenti. Andiamo a riassumere le due principali leggi dell’ottica geometrica, tra i tanti fenomeni che studia.

Legge della riflessione
Prendiamo in considerazione una superficie riflettente e la normale ad essa. Se un raggio luminoso colpisce la superficie riflettente, con angolo θi  (formato dalla normale alla superficie e dal raggio luminoso) detto angolo d’incidenza è uguale all’angolo θr, formato dal raggio riflesso e la normale alla superficie.



Legge della rifrazione o Legge di Snell


Aventi due mezzi trasparenti aventi indice di rifrazione rispettivamente n1 e n2 e separati da una superficie. Se un raggio luminoso incide su tale superficie di separazione si vengono a formare due raggi. Il primo, che si propaga nel primo mezzo è il raggio riflesso. Il secondo, che si propaga nel secondo mezzo, è il raggio rifratto. Se la superficie di separazione fosse opaca si propagherebbe solo il raggio riflesso (e quindi vale quanto detto sopra). Nel nostro caso, la superficie di separazione è trasparente e quindi il raggio luminoso si propaga anche nel secondo mezzo e il raggio rifratto va a formare con la normale alla superficie un angolo θ2, che obbedisce alla seguente legge (denominata Legge di Snell):


n1senθ1 = n2senθ2

Ricordiamo che l’indice di rifrazione è pari al rapporto tra la velocità della luce e la velocità della luce nel mezzo:

 Indi si ha:

Osservazioni:
Angolo critico (o di limite) e angolo di Brewster
Partendo dalla relazione: 
si distinguono due casi.

n1>n2 (o n<1)
Si parla di angolo critico quando l’indice di rifrazione del mezzo 1 è maggiore all’indice di rifrazione del mezzo 2. In questo caso si ha un fenomeno di riflessione (interna) totale. L’angolo θ1, per il quale risulta senθ2=1 prende il nome di angolo critico. In questo caso non si trasmette più potenza nel mezzo 2 ma viene tutta riflessa.
n2>n1 (o n>1)
In questo caso si parla di angolo di Brewster (o angolo di polarizzazione) e il raggio si trasmette nel secondo mezzo e tale onda riflessa è polarizzata perpendicolarmente al piano di incidenza.

Vedremo nel dettaglio tali nozioni nell’appendice. 
Nel caso in cui è valida la relazione
si ricorre alla teoria della diffrazione.

lunedì 6 maggio 2013

La scrittura e i Blog - Ganimede

Cosa scrivere?
Me lo sono chiesto da un po', da prima che aprissi questo blog. Nonostante ciò, non ho ancora trovato risposta a tale domande. L'idea di questo Blog nasce nel mettere insieme i miei interessi e i miei studi. Infatti, avevo iniziato a pubblicare degli appunti di Optoelettronica - di cui il seguito sono pronti da un po' - ma vuoi per impegni o per altre cose, ho sempre rimandato. Così come avevo intenzione di recensire - notare la parola - libri che ho letto, film che ho visto, telefilm che sto seguendo o che ho seguito - al momento sto rivedendo Gli Orrori del castello di Norimberga (di Mario Bava, anno 1972) o qualche giorno fa, ad esempio, ho visto I Delitti del gatto nero (dove si vedono brillare due stelle del cinema anni '90: Christian Slater e Steve Buscemi), film trovato per caso e che mi è piaciuto. 

Ovviamente i miei gusti non si limitano agli horror o ai thriller. 
E sinceramente non ho creato questo post per parlarvi di Film.

Non sono nemmeno abituato a scrivere dei fatti miei sui blog, in ogni caso. potrei raccontarvi delle meravigliose peripezie di come un libro di Morley sia giunto nella mia biblioteca, invece che in quella di una mia amica, come regalo della sua prossima Laurea. ma non ve le racconto. Non vi racconterò nemmeno di come ho ripreso a scrivere - con tanti buchi narrativi, tra le altre cose.

Invece vi narrerò del perché ho scelto tale nome per il Blog, cosa che avrei dovuto fare dal primo post ma, preso dalla foga, mi sarà passato di mente.

Il mito di Ganimede
Nell'antica Grecia, e forse anche prima, la sera non si sapeva cosa fare se non proliferare, andare in giro per la città - possibilmente ubriachi - e guardare le stelle. I nomi delle costellazioni che sono giunte fino a noi derivano dai Greci, dai Romani, dai Sumeri e da tutte quelle antiche civiltà che in un modo o nell'altro, chi per passatempo, chi per studio e chi per lavoro (vedi i navigatori fenici) usavano le costellazioni e le stelle per la navigazione notturna. I greci erano abbastanza fantasiosi nel guardar le stelle e far loro assumere la forma desiderata e lo erano ancor di più quando, il curioso di turno, chiedeva del perché le stelle fossero lì nel cielo. La risposta che gli antichi greci diedero a tale domanda fu univoca: Zeus, il padre degli Dei, per ricordare le gesta di antichi Eroi o di prodigiosi animali che in un modo o nell'altro sono stati resi partecipi di una gloriosa avventura (ad esempio i cani di Orione o lo Scorpione) usava il cielo come Memo. In pratica "scagliava" - passatemi il termine - in cielo la figura dell'Eroe o dell'animale di turno. Anche Ganimede, che era il più bel ragazzo della Grecia a quell'epoca - da notare che era anche il figlio di Troy, colui che fondò la più famosa città di Troia - ha il suo posto in cielo ed è associato con il segno zodiacale dell'Acquario. Questo perché Ganimede era il coppiere degli Dei e dato che la costellazione dell'acquario viene raffigurata in cielo con l'immagine stereotipata di un'anfora che rovescia il suo liquido direttamente in bocca alla costellazione dei pesci. Ovviamente Ganimede non si trova lì solo perché era più bello dei mortali che ebbe l'onore di riempire le coppe degli Dei, altrimenti anche la Dea Ebe avrebbe il suo posto nella notte stellata. Ganimede era anche anche l'amante di Zeus. Vi spiego meglio, Zeus, un giorno, guardò giù dall'olimpo e vide Ganimede che pascolava il gregge del padre tra i pascoli. Se ne invaghì a prima vista e, mutatosi in'aquila possente - da notare che la costellazione dell'aquila si trova nelle vicinanze della costellazione dell'Acquario - discese in picchiata sul giovane mortale, rapendolo e portandolo sull'Olimpo, dove lo fece suo amante e coppiere degli Dei.

Tra le altre cose è con questa leggenda che i greci spiegavano l'aspetto pederastico che vigeva in quel periodo nelle città-stato. Ma su questo vi era un dibattito dove si vedevano fronteggiare Platone e Socrate da  che accusavano i cretesi di aver inventato questo mito per dar una giustificazione ai loro comportamenti.

Essendo il sottoscritto nato sotto il segno dell'acquario e, dato che sono un amante delle Aquile, ho scelto questo nome, "Le storie di Ganimede", in quanto lega due cose che mi appassionano.

Vi lascio qui e vi auguro buona serata.