lunedì 6 maggio 2013

La scrittura e i Blog - Ganimede

Cosa scrivere?
Me lo sono chiesto da un po', da prima che aprissi questo blog. Nonostante ciò, non ho ancora trovato risposta a tale domande. L'idea di questo Blog nasce nel mettere insieme i miei interessi e i miei studi. Infatti, avevo iniziato a pubblicare degli appunti di Optoelettronica - di cui il seguito sono pronti da un po' - ma vuoi per impegni o per altre cose, ho sempre rimandato. Così come avevo intenzione di recensire - notare la parola - libri che ho letto, film che ho visto, telefilm che sto seguendo o che ho seguito - al momento sto rivedendo Gli Orrori del castello di Norimberga (di Mario Bava, anno 1972) o qualche giorno fa, ad esempio, ho visto I Delitti del gatto nero (dove si vedono brillare due stelle del cinema anni '90: Christian Slater e Steve Buscemi), film trovato per caso e che mi è piaciuto. 

Ovviamente i miei gusti non si limitano agli horror o ai thriller. 
E sinceramente non ho creato questo post per parlarvi di Film.

Non sono nemmeno abituato a scrivere dei fatti miei sui blog, in ogni caso. potrei raccontarvi delle meravigliose peripezie di come un libro di Morley sia giunto nella mia biblioteca, invece che in quella di una mia amica, come regalo della sua prossima Laurea. ma non ve le racconto. Non vi racconterò nemmeno di come ho ripreso a scrivere - con tanti buchi narrativi, tra le altre cose.

Invece vi narrerò del perché ho scelto tale nome per il Blog, cosa che avrei dovuto fare dal primo post ma, preso dalla foga, mi sarà passato di mente.

Il mito di Ganimede
Nell'antica Grecia, e forse anche prima, la sera non si sapeva cosa fare se non proliferare, andare in giro per la città - possibilmente ubriachi - e guardare le stelle. I nomi delle costellazioni che sono giunte fino a noi derivano dai Greci, dai Romani, dai Sumeri e da tutte quelle antiche civiltà che in un modo o nell'altro, chi per passatempo, chi per studio e chi per lavoro (vedi i navigatori fenici) usavano le costellazioni e le stelle per la navigazione notturna. I greci erano abbastanza fantasiosi nel guardar le stelle e far loro assumere la forma desiderata e lo erano ancor di più quando, il curioso di turno, chiedeva del perché le stelle fossero lì nel cielo. La risposta che gli antichi greci diedero a tale domanda fu univoca: Zeus, il padre degli Dei, per ricordare le gesta di antichi Eroi o di prodigiosi animali che in un modo o nell'altro sono stati resi partecipi di una gloriosa avventura (ad esempio i cani di Orione o lo Scorpione) usava il cielo come Memo. In pratica "scagliava" - passatemi il termine - in cielo la figura dell'Eroe o dell'animale di turno. Anche Ganimede, che era il più bel ragazzo della Grecia a quell'epoca - da notare che era anche il figlio di Troy, colui che fondò la più famosa città di Troia - ha il suo posto in cielo ed è associato con il segno zodiacale dell'Acquario. Questo perché Ganimede era il coppiere degli Dei e dato che la costellazione dell'acquario viene raffigurata in cielo con l'immagine stereotipata di un'anfora che rovescia il suo liquido direttamente in bocca alla costellazione dei pesci. Ovviamente Ganimede non si trova lì solo perché era più bello dei mortali che ebbe l'onore di riempire le coppe degli Dei, altrimenti anche la Dea Ebe avrebbe il suo posto nella notte stellata. Ganimede era anche anche l'amante di Zeus. Vi spiego meglio, Zeus, un giorno, guardò giù dall'olimpo e vide Ganimede che pascolava il gregge del padre tra i pascoli. Se ne invaghì a prima vista e, mutatosi in'aquila possente - da notare che la costellazione dell'aquila si trova nelle vicinanze della costellazione dell'Acquario - discese in picchiata sul giovane mortale, rapendolo e portandolo sull'Olimpo, dove lo fece suo amante e coppiere degli Dei.

Tra le altre cose è con questa leggenda che i greci spiegavano l'aspetto pederastico che vigeva in quel periodo nelle città-stato. Ma su questo vi era un dibattito dove si vedevano fronteggiare Platone e Socrate da  che accusavano i cretesi di aver inventato questo mito per dar una giustificazione ai loro comportamenti.

Essendo il sottoscritto nato sotto il segno dell'acquario e, dato che sono un amante delle Aquile, ho scelto questo nome, "Le storie di Ganimede", in quanto lega due cose che mi appassionano.

Vi lascio qui e vi auguro buona serata.

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